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Spalla del nuotatore: come si cura?

Spalla del nuotatore: come si cura?

  • 25 February 2021
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Spalla del nuotatore, tematica delicata quanto particolare. Per capire come affrontarla è innanzitutto importante fare chiarezza su cosa sia la spalla del nuotatore o cuffia del nuotatore. Avrai sicuramente già sentito utilizzare queste parole anche se, in ambito medico, non sono pienamente corrette e si parla piuttosto di Sindrome da conflitto (o impingement) sub-acromialeperiartrite scapolo-omeraletendinopatia del sorvaspinato o semplicemente di spalla dolorosa1. E i nuotatori? Nel linguaggio comune tendiamo ad adottare questa terminologia poiché tale problematica si presenta con maggiore frequenza negli sportivi che effettuano movimenti ripetuti delle braccia sopra la testa. Come i nuotatori, appunto. A ben pensarci non sono i soli, e molte categorie di sportivi hanno la loro patologia dedicata: il gomito del tennista, il ginocchio del saltatore.

La spalla del nuotatore è una condizione dolorosa che interessa la famosa cuffia dei rotatori, un complesso muscolo-tendineo responsabile della mobilità della spalla, talvolta, ma non per forza, associato a degenerazione tendinea e/o infiammazione delle borse sinoviali. La diagnosi si basa prevalentemente sulla presentazione clinicaper cui è molto importante saperne identificare segni e sintomi, riservando l’utilizzo delle bio-immagini (radiografie, ecografie, risonanze magnetiche etc) nei casi di incertezza dove non è possibile escludere una condizione più grave.

Vediamo dunque di capire quali sono i sintomi della spalla del nuotatore.

Spalla del nuotatore: sintomi

Il sintomo principale della spalla del nuotatore è il dolore. Solitamente è localizzato in un’area della spalla non troppo ampia ma può essere avvertito anche lungo il braccio, fino al gomito. Può insorgere improvvisamente, a seguito di un movimento brusco o di uno sforzo importante, o presentarsi come un fastidio mal localizzato e peggiorare progressivamente nel tempo. Inizialmente il dolore è presente solo con il movimento, ma non tutti i movimenti sono dolorosi. Solitamente alzare il braccio sopra la testa (pettinarsi) o mettere la mano dietro la schiena (infilare una giacca) sono i gesti più provocativi mentre i movimenti sotto l’altezza della spalla, anche con piccoli pesi, non generano problemi. Nelle fasi più accese il dolore può essere presente anche a riposo e si ha spesso la sensazione di non trovare una posizione comoda, necessitando di muovere continuamente il braccio. Alquanto frequente è il dolore notturno, inferiore o di pari intensità a quello provato durante il giorno, ma che trova spesso conforto dal cambio della posizione nel letto.

Altri sintomi comuni sono:

  • Pesantezza del braccio, sia a riposo che durante il movimento o nel mantenimento di certe posizioni.
  • Debolezza, spesso associata alla pesantezza e percepita durante le attività che richiedano di alzare le braccia.
  • Difficoltà di movimento, solo in determinate direzioni e non in altre. Infatti, la maggior parte dei pazienti lamenta difficoltà nell’alzare le braccia, frontalmente e lateralmente, sopra l’altezza delle spalle ma non, ad esempio, raccogliendo qualcosa da terra o portando il cibo alla bocca.

La rigidità non è comunemente riferita ma può essere presente in quei casi in cui il dolore è presente da almeno tre mesi e ha comportato un progressivo ridotto utilizzo del braccio nelle attività quotidiane.

Se cominci a riconoscerti nei sintomi che ti ho appena descritto potresti avere anche tu la temuta spalla del nuotatore. Non temere, sto per spiegarti anche cosa fare per curarla.

Riabilitazione spalla del nuotatore

La spalla del nuotatore ha bisogno di riabilitazione, ovvero di un percorso di cure supervisionato da un professionista sanitario. Per cui se il dolore che senti alla spalla da una settimana non è migliorato con il riposo, e magari prendendo qualche antidolorifico, è il caso di rivolgerti ad un medico specialista o ad un fisioterapista per ricevere il corretto inquadramento diagnostico e terapeutico2. Infatti, la spalla del nuotatore richiede un percorso riabilitativo che può durare anche qualche mese e ritardare le cure può portare ad un ovvio ritardo di guarigione e ad una maggiore difficoltà nel raggiungere gli obiettivi attesi. Soprattutto se avverti altri sintomi, oltre a quelli descritti sopra, come assenza di forza in determinati movimenti o un dolore bruciante, magari accompagnato da formicolio, è bene che ti rivolga subito per una valutazione, così da scongiurare la presenza di problematiche più spiacevoli. Una volta confermato che tu abbia davvero la spalla del nuotatore, escludendo eventuali accertamenti e la necessità di ricorrere alla chirurgiala riabilitazione si baserà principalmente sulla riduzione del dolore e la ripresa del movimento.

Abbastanza banale no? Magari lo fosse. Nella mia esperienza di fisioterapista specializzato in patologie muscolo-scheletriche non ho mai incontrato una spalla dolorosa uguale ad un’altra. Età, sesso, attività lavorativa, sport, salute generale e limitazioni funzionali sono diverse in ogni paziente e la riabilitazione va adeguata alle caratteristiche e agli obiettivi di ogni persona. Prova a pensare a due persone che hanno dolore nell’alzare la mano sopra la testa e ormai da due settimane non riescono a riposare bene. Una ha 24 anni ed è uno studente di economia che gioca a pallacanestro, l’altra ha 35 anni e fa l’operaio per una ditta che si è appena aggiudicata un grande appalto. Gli obiettivi e le richieste di queste persone saranno diversi, proprio come il loro percorso riabilitativo. In una prima fase sarà importante evitare i movimenti provocativi, diminuire il dolore a riposo e recuperare i movimenti limitati. Mentre lo studente può tranquillamente sostituire l’attività sportiva provocativa con una indolore, ad esempio la corsa, l’operaio non può assentarsi dal lavoro e sarà necessario identificare delle strategie efficaci per diminuire i sovraccarichi sulla spalla. Le strategie terapeutiche possono essere molte, dall’assunzione di anti-infiammatori alla terapia manuale, ma il cuore della riabilitazione si baserà sull’esecuzione di movimenti guidati, assisti o contro resistenza, ovvero esercizi.

Vediamo allora quali possono essere degli esercizi utili per curare la spalla del nuotatore.


Spalla dolorosa del nuotatore: esercizi 

Gli esercizi per la spalla del nuotatore non sono standard e universalmente generalizzabili a tutti i pazienti con questa problematica. L’esecuzione di un esercizio è semplicemente un movimento, è il suo dosaggio a costituirne l’effetto terapeutico

Quante ripetizioni devo fare? Per quante volte? Quanto riposo devo fare tra le serie? Quante volte al giorno devo fare gli esercizi? È normale sentire un po’ di dolore?

La risposta a queste domande non è scritta sulla pietra, e solo il tuo fisioterapista, sulla base della tua personalissima valutazione, può fornirti una risposta corretta. Gli esercizi che vedrai qui vogliono essere d’aiuto a tutte le persone con la spalla del nuotatore ma per un loro utilizzo ottimale rivolgiti ad un professionista competente.

Esercizio Pendolare: seduto o in piedi, piegati in avanti appoggiandoti con il braccio sano ad una parete, un tavolo o un ripiano in modo che il braccio dolente penzoli in avanti. Da questa posizione, lasciando il braccio a peso morto, esegui delle piccole spinte avanti e indietro con la schiena (se sei seduto) o con le gambe (se sei in piedi), in modo da far oscillare liberamente la spalla. Continua con queste piccole oscillazioni variando continuamente la velocità, l’ampiezza e la direzione del movimento, a patto di non scatenare i sintomi. In questa maniera il tuo braccio non sarà mosso per azione dei muscoli della spalla ma indirettamente dal movimento del tronco. Per aggiungere un ulteriore trazione sull’arto puoi afferrare un peso di 1-2 kg con la mano. Effettua questo esercizio per cinque minuti e, se trovi beneficio nel dolore a riposo, puoi ripeterlo anche ogni ora.

Apertura contro resistenza: posizionati a circa due passi da una parete, con la spalla dolente rivolta verso il muro. Apri ora lateralmente il braccio fino a toccare il muro con l’avambraccio, avendo la mano a circa 30-40 cm dalla coscia. In questa posizione non dovresti avere dolore, se sì, riduci la distanza dalla parete fino a trovare una soluzione confortevole. A questo punto spingi contro il muro con tutta la forza che riesci senza creare dolore per almeno 30 secondi e poi riporta il braccio al fianco. Ripeti per 6 volte. Se a seguito dell’esercizio il dolore a riposo è diminuito e puoi alzare la spalla con meno dolore, esegui il gesto anche 5 volte al giorno.

Elevazione assistita: per questo esercizio ti servirà una fascia elastica con una resistenza bassa-moderata. Assicura l’elastico in alto, ad esempio sull’uscio di una porta in modo che la fascia penda verso il basso. Mettendo un piede avanti e uno indietro piega la schiena in avanti e, aiutandoti con l’altra mano, afferra l’elastico con il braccio malato nel punto più in alto. In questo modo la tensione della fascia sosterrà l’arto senza che tu faccia sforzi per controllarlo. Trova la tua posizione non dolorosa aggiustando la tensione dell’elastico e l’altezza del braccio. Una volta che hai trovato una sistemazione confortevole, tira con il braccio teso l’elastico verso il basso finché non senti difficoltà nel proseguire. A questo punto lascia che la fascia riporti lentamente la spalla verso l’alto nella posizione di partenza. Il focus dell’esercizio non è tirare verso il basso, quindi non serve scendere molto o fare fatica, ma lasciare che il braccio sia accompagnato lentamente verso su. Se esegui tutto correttamente non ci sarà mai dolore durante il movimento. Ripeti per 6 volte. Se a seguito dell’esercizio il dolore a riposo è diminuito e puoi alzare la spalla con meno dolore, esegui il gesto fino a 5 volte al giorno.


Conclusione

La spalla del nuotatore è una condizione dolorosa che colpisce prevalentemente le persone che svolgono movimenti ripetuti con le braccia sopra l’altezza della testa. Il dolore è solitamente presente in alcuni specifici gesti e spesso disturba anche il sonno. Il percorso riabilitativo può richiedere tempo ed un ritardo nella diagnosi conduce inevitabilmente ad una guarigione lenta e faticosa. Se riconosci questi sintomi rivolgiti ad un medico o ad un fisioterapista per imboccare il prima possibile la strada del recupero, ricordando che l’esercizio terapeuticorappresenta quasi sempre la prima linea di trattamento.


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